Museo etnografico – missionario del Rwanda
Particolari
emozioni suscita nei visitatori dell'Istituto Antoniano la mostra dei
ricordi missionari, come usa definirla P. Arturo Mele, suo ideatore. È
un'esposizione permanente di oggetti e opere d'arte di etnia rwandese.
La mostra si compone di
540 pezzi esposti che rappresentano gli usi, i costumi, le tradizioni,
la storia, la religiosità, la fauna e la flora del Rwanda.
Un'esposizione incalzante di emozioni generate dalle artistiche statue
scolpite in legno rappresentanti scene di vita domestica, immagini
religiose e di guerrieri finemente lavorate con grande rilevanza
artistica così come i quadri rappresentanti scene di vita quotidiana e
bellissimi immensi, catturanti, paesaggi africani. È possibile ammirare
oggetti d'uso quotidiano nella vita familiare nelle capanne: dai
recipienti in legno per conservare il latte a quelli per conservare ogni
altro tipo di suppellettili, piccoli vasi in papiro (agaseke) per
contenere i monili femminili, sottobicchieri in foglia di banana
perfettamente lavorati a mano, vasi sacri lavorati in rafia (miguegue);
cibi e bevande, monili utilizzati dalle donne, paramenti sacri; fini
ricami fatti a mano dalle ragazze a scuola; particolari e bellissimi
strumenti musicali.
Attaccate alle pareti due
lunghissime pelli di enormi pitoni. Imponenti tamburi (ingoma),
strumenti a percussione di varia grandezza usati in guerra. In un angolo
tutto suo fa bella mostra di se un possente guerriero danzatore (intore)
con la sua collezione di armi (lance e archi) ed abiti tradizionali dei
guerrieri rwandesi.
Perché la sala espositiva rwandese
All'età di 46 anni, dal
Consiglio Generale mi fu proposto d'iniziare una missione in Africa e
precisamente in Rwanda.
Uno dei vescovi rwandesi,
Mons. Jeanne-Baptiste Gahamanyi, incontratosi a Roma con il consiglio
generale della nostra Congregazione, chiese di fondare una missione
nella sua diocesi, Butare.
Il 16 Marzo 1978, dopo un
anno di preparazione, nella chiesa dello Spirito Santo di Messina, in
occasione della celebrazione del centenario dell'ordinazione sacerdotale
del nostro P. Fondatore Sant'Annibale M. Di Francia, Sua Eminenza il
Cardinale Ursi mi consegnò il Crocefisso ed il mandato missionario.
Giunto in Rwanda il 30 Marzo dello stesso anno sono rimasto affascinato
dalle bellezze naturali di questo paese che viene definito il paese
delle mille colline e dell'eterna primavera. La natura, il clima, la
cordialità dell'accoglienza sia del clero che degli abitanti, nei primi
giorni, mi fecero percepire l'animo e la saggezza del popolo rwandese.
Nella capitale rwandese, Kigali, ho completato il mio bagaglio
linguistico ed esercitato il mio mandato missionario presso una
parrocchia della città, celebrando la messa ed amministrando i
sacramenti ed in questo modo ogni oggetto, ogni gesto, ogni parola
m'introducevano nella cultura ricca di tradizioni di questo popolo.
A Kigali si hanno molte
occasioni per incontrare artigiani, scultori del legno, commercianti di
manufatti da vendere ai turisti. Vicino alla scuola di lingue africane,
vi era una cooperativa di giovani lavoratori, la JIOC (Gioventù Operai
Cattolici) che lavoravano il legno sotto la guida di un maestro
diplomato alla scuola artistica di Nyundo. Ho avuto perciò l'occasione
di comprare opere in legno scolpito la cui maggior parte è esposta nel
museo etnico presso la Curia Generalizia ed alcuni pezzi sono qui nella
sala espositiva di Oria.
Il mio lavoro missionario
in Rwanda è durato 14 anni ed il popolo rwandese mi ha mostrato
rispetto, stima ed affetto ed in occasione di particolari feste sono
stato gratificato con doni di vario genere che io conservo gelosamente e
che sono esposti oggi nella sala espositiva di Oria. Nella medesima sala
presso l'Istituto Antoniano di Oria si possono ammirare ben 540 pezzi di
pregevole fattura artistica: quadri con pitture di diverse tecniche;
quadri in rame battuto e in carta di banana; sculture in legno e
bassorilievi, ricami e stole sacerdotali, vestiti tradizionali,
strumenti musicali, tessuti in lana, fibra vegetale e fior di papiro;
ornamenti personali collane, bracciali e monili vari; tamburi
istituzionali, francobolli, corrispondenza, foto, pelli di enormi pitoni
ecc.
Tutti gli oggetti esposti
rappresentano non solo un valore economico, ma sono stati esposti con
l'intento di comunicare e far conoscere la cultura, le tradizioni, le
usanze ed i costumi del nobilissimo popolo rwandese. Questo patrimonio
culturale è stato tirato fuori dai bauli perché sia esposto e custodito
anche da chi lo erediterà e reso fruibile a quanti verranno a visitarlo.
Padre Arturo Mele,
missionario rogazionista
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