San Pio
X (1835 – 1914)
Concesse a Padre Annibale il privilegio di aggiungere, nei suoi
Istituti, alle Litanie dei Santi il versetto: "Ut dignos
ac sanctos operarios in messem tuam copiose mittere digneris, Te
rogamus audi nos". Dopo il terremoto di Messina donò una chiesa
- baracca per il quartiere Avignone
e contribuì economicamente
all'acquisto del convento di San Pasquale a Oria
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Figlio di un messo comunale e di una sarta, Giuseppe Melchiorre Sarto
nacque a Riese (Treviso) il 2 Giugno 1835. Dapprima sacerdote in
parrocchia e poi vescovo di Mantova (1884) e patriarca di Venezia
(1893), il 4 Agosto del 1903 salì alla cattedra di Pietro con il nome di
Pio X. Il nuovo Pontefice mostrò subito di essere antitetico al suo
predecessore, Leone XIII: umile cioè, schietto, buono, alieno dalla
politica e tutto inteso "a restaurare ogni cosa in Cristo", come
scrisse nella sua prima enciclica del 4 Ottobre 1903. Contro le
diffidenze improntate a residui di giansenismo, promosse la comunione
dei fanciulli e la comunione frequente; riformò il breviario romano;
curò l'istruzione catechistica, facendo pubblicare, per l'Italia, il
fortunato catechismo che porta il suo nome; avviò la codificazione del
diritto canonico; riorganizzò la Curia; creò l'Istituto biblico; diede
impulso al canto sacro ristabilendo l'uso liturgico del canto
gregoriano; rafforzò il controllo della gerarchia sull'Azione cattolica.
La sua lotta più intransigente si svolse contro il movimento modernista,
che investiva direttamente la filosofia, la teologia, l'esegesi biblica
e la formazione del clero, con vasti riflessi anche politici e
sociologici. Condannò il modernismo con l'enciclica "Pascendi
dominici gregis" (1907) e la repressione, in campo dottrinale, fu
severissima ma fu anche positivamente affiancata da una serie di riforme
destinate a rendere più moderna e più viva l'organizzazione della
Chiesa. Sul piano politico Pio X seguì una linea di intransigenza:
condannò le interferenze politiche nei conclavi abolendo il diritto di
veto; fu incline a una soluzione della “questione romana” e concesse una
mitigazione del non expedit, permettendo ai cattolici italiani di
partecipare alle elezioni politiche e di allearsi con i moderati (1909 e
1913).
Esaltato dall'integralismo cattolico, discusso soprattutto per la sua
azione antimodernista, Pio X fu in realtà anche un papa riformatore e
pastorale, a cui si devono molti degli elementi caratteristici della
chiesa nella prima metà del XX secolo. Morì il 20 Agosto del 1914, agli
inizi della Prima Guerra Mondiale. Venne canonizzato da Pio XII nel
1954. La memoria liturgica si celebra il 21 Agosto.
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“…La sua opera è opera di Dio e le opere di Dio vanno avanti da
sé!”.
Intensi e continui sono stati i rapporti di Pio X con Padre Annibale.
Innanzitutto è stato forte nel Padre il desiderio di richiamare
l’attenzione del Papa sul comando di Gesù: “Rogate ergo Dominum
messis, ut mittat operarios in messem suam” (Mt 9,38; Lc 10,2).
Soprattutto nelle due udienze del 1906 e del 1909 chiese al Papa, insieme
alla benedizione per i bambini e i poveri accolti nei suoi Istituti, di
far propria la preghiera rogazionista. E Pio X rilevò che egli aveva
trovato modo di “far eco al comando di Cristo”.
Anche nei periodi più duri per le finanze dei suoi Istituti, Padre
Annibale non chiese mai al Papa del denaro, ma solo benedizioni. Pio X
si meravigliò, infatti, quando fu informato da Don Orione che Padre
Annibale, in occasione del terremoto, non aveva voluto chiedere
contributi ma solo benedizioni ed indulgenze. In realtà il Padre era
solito dire: “Il Papa ha da provvedere a tutto il mondo, non bisogna
perciò ricorrere a lui per cose materiali, ma solo per favori
spirituali”. E ci pensarono Don Orione per Messina e Mons. Di
Tommaso per Oria. Così, grazie all’interessamento di Don Luigi Orione,
in occasione del terremoto del 1908, Pio X donò una chiesa di legno che
venne costruita sopra un’area libera al Quartiere Avignone: fu la prima
chiesa pubblica dei Rogazionisti. Nel 1909 il Padre fu ricevuto in
udienza dal Papa insieme al vescovo di Oria, Mons. Di Tommaso. Pio X
seppe che si era in trattative per l’acquisto del Convento di San
Pasquale, in Oria, ed espresse subito il desiderio di contribuire.
Padre Annibale dal canto suo non perdeva occasione per far pervenire al
Sommo Pontefice, opuscoli, numeri del suo giornale «Dio e il
Prossimo» ed offerte frutto dei “fioretti” e dei lavori dei “suoi
piccoli orfanelli”. A Pio X indirizzò alcuni versi per celebrarne la
figura e il suo pontificato e per la Festa del 1 Luglio del 1910 scelse
come titolo eucaristico: “Gesù tenero e dolce amante dei pargoletti”,
anticipando in qualche modo il Decreto del Papa sulla Comunione
eucaristica ai fanciulli.
Nel “Libro dei divini benefici” nota al 1909: «Quest’anno abbiamo avuto
grande avvicinamento col S. Padre Pio X, udienze private, per me, per le
suore, benedizioni, aiuti». Notando che, per grazia di Dio, le cose
andavano migliorando ne attribuiva il merito alle preghiere del Santo
Padre, e diceva: «…come sono vere le parole del Papa. Alle mie lamentele
sulle difficoltà e sui disagi per malattie, privazioni ed altro dei miei
figliuoli, egli mi rispose: "Stia tranquillo, signor Canonico: la sua
opera è opera di Dio e le opere di Dio vanno avanti da sé!"».
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