Gli Alcantarini e il Convento di San Pasquale
Edificato nel 1783 sulla antica Grotta di San Mauro divenne
per più di un secolo centro di apostolato e spiritualità francescana La presenza degli Alcantarini in Terra
d'Otranto risale alla seconda metà del sec. XVII. L'influsso
benefico della loro attività apostolica non tardò a farsi sentire
anche in Oria e la gente incoraggiò la loro opera, favorendone la
presenza nella città.
In quel periodo, Oria era governata dai
marchesi Imperiali, che la tennero per circa due secoli, dalla
seconda metà del Cinquecento alla seconda metà del Settecento.
Particolarmente sensibile nei confronti del clero regolare, Andrea
Imperiali (+1731), settimo marchese di Oria e quarto principe di
Francavilla, fece costruire in Francavilla il Collegio delle Scuole
Pie, il Convento dei Cappuccini e l'Orfanotrofio delle Monacelle; in
Oria, la Casa della Missione e il Convento dei Padri Alcantarini.
Il Papatodero afferma che il Convento
degli Alcantarini sorse «sul santuario ossia Grotta di S. Mauro, un
tempo miracolosa, ed ora sepolcro de' detti Padri, cambiando il
terreno col suo giardino S. Nicola, col darlo in contraccambio a'
Signori Milizia [...]. E d'altronde ancora mirando la gran povertà
de' suddetti PP. Alcantarini, fé obbligare la Università
somministrare a' medesimi ducati 48 annui...».
Mons. Francesco De Los Reyes (1756 -
1769), desideroso di suscitare nuovo fervore religioso nel popolo
oritano, pensò di ripristinare il culto dell'antica cripta di S.
Mauro e affidarla a dei religiosi. Chi meglio dell'Ordine degli
Alcantarini poteva assumersi l'impegno, che, fra l'altro, alcuni
Padri già venivano da «Squinzano in Oria a predicare, confessare ed
assistere i moribondi?». Il Vescovo, incoraggiato dal consenso
popolare, dette facoltà all'economo della Mensa vescovile, Don
Pasquale Carone, di iniziare le pratiche presso la S. Sede, per
concedere agli Alcantarini «...una chiesa rurale sotto il titolo di
S. Mauro, con la riserva di un mazzetto di fiori ogni anno nel
giorno di S. Pasquale e con l'espressa legge che detta Chiesa tornì
a favore della Mensa vescovile nel casocché venisse lasciata dai
detti Padri».
L'esito positivo non si fece attendere:
il re Carlo III di Napoli, in data 18 Settembre 1758, dopo aver
esaminato la proposta vescovile ed i motivi per cui la cittadinanza
dì Oria intendeva accettare gli Alcantarini, concesse il Reale
Assenso. Parere favorevole venne concesso anche dalla S. Sede il 10
Novembre 1758 a dai Superiori dei Monasteri e Conventi esistenti in
Oria il 26 Dicembre dello stesso anno, «non riferendosi per tale
fondazione alcun nostro pregiudizio, molestia e danno...».
La presenza degli Alcantarini in Oria
implicava anche la fondazione di un convento e l'assenso fu
accordato dalla S. Congregazione il 15 Giugno 1761. Preso atto del
parere favorevole, le Dignità religiose e le autorità civili, alla
presenza del notaio Zaccaria Pinto, manifestarono ufficialmente il
loro assenso il 2 Luglio 1761, sia per la presenza dei Padri e sia
per la fondazione di un loro convento nella Città di Oria. Il
convento venne ultimato nel 1783, contribuendo a valorizzare
l'attività apostolica dei Padri e a suscitare interesse nella
popolazione, sicché il luogo divenne meta di pellegrinaggi e di
fervore spirituale, tanto che si rese necessario aumentare il numero
dei religiosi per soddisfare le richieste dei fedeli.
Nel censimento dei vari conventi
alcantarini del 20 Aprile 1848, troviamo che la diocesi di Oria
oltre ai cinque ospizi: Manduria, Sava, Francavilla, Torre S.
Susanna, Latiano, aveva il convento di Oria in buono stato, la
chiesa ben tenuta. Si prestava servizio al parroco con
l'amministrazione dei sacramenti ai moribondi. Nel 1861 il Convento
veniva classificato come «medio», avente 23 frati, con capacità
recettiva fino a 30.
Come tutte le istituzioni religiose,
anche per il convento di Oria, le leggi eversive del 1866 (o il
decreto di Vitt. Emanuele II del 13 Ottobre 1861?) decretarono la
chiusura e l'incameramento allo Stato. Un secolo di storia veniva
così cancellato senza tanti complimenti! Il convento restò chiuso
per ben undici anni, finché con la cessione fatta dallo Stato ai
privati, nel 1877, ne divenne proprietario il Sig. Tommaso Salerno
Mele.
Per la chiesa, invece, nel 1867, il
Comune inoltrò domanda alla Prefettura per la riapertura, dietro
pressione dei contadini, desiderosi di ascoltare la Messa nei giorni
festivi, e ne ottenne la riapertura.
La chiesa poté così essere risistemata
e affidata agli stessi Padri Alcantarini, che la officiarono, finchè
non abbandonarono Oria, nel 1895, anno in cui furono riunificati da
Leone XIII nell'unico Ordine dei Frati Minori.
S. Pietro d'Alcantara (1499 – 1562) e gli Alcantarini
Figlio del governatore della regione di una nobil donna della famiglia dei
Sanabia, nacque ad Alcantara, piccola città dell'Estremadura (Spagna), ai
confini con il Portogallo, nel 1499. Dopo aver studiato grammatica e filosofia
nella sua città natale, a quattordici anni fu inviato all'Università di
Salamanca. A sedici anni prese l'abito da francescano, Ordine che in tutto il
suo operato volle riportare al rigore della prima regola. Nel 1521 anni fu
mandato a fondare una nuova comunità di stretta osservanza a Badajoz. Nel
1524 fu ordinato sacerdote. Divenne un apprezzato predicatore: le sue omelie,
ispirate ai libri profetici ed ai libri sapienziali della Bibbia, erano
indirizzate preferibilmente alle fasce più umili della popolazione. Cercò di
dare l'esempio della più severa penitenza e della più dura povertà. Non
meraviglia se incontrò in molti confratelli un'accanita resistenza. L'Imperatore
Carlo V lo avrebbe voluto per confessore ma egli rifiutò. Pietro morì il 18
Ottobre 1562 non senza aver appoggiato santa Teresa d'Avila nella sua opera di
riforma delle Carmelitane, che di lui lasciò una testimonianza viva nei suoi
scritti. È stato proclamato santo nel 1669 da papa Clemente IX. La sua memoria
liturgica si celebra il 18 Ottobre.
La riforma dei Francescani Scalzi
Il ramo riformato dei Frati scalzi possedeva, al tempo in cui Pietro
entrò nell'Ordine, diversi conventi in Spagna e in Portogallo. Dopo essere stato
eletto ministro della Provincia di san Gabriele nel 1538, Pietro si mise subito
al lavoro. Al capitolo di Plasencia nel 1540, redasse le Costituzioni dei
Membri di più Stretta Osservanza, ma l'opposizione ai suoi severi ideali fu
tale che egli rinunciò all'incarico di Provinciale e si ritirò con il
carmelitano San Giovanni d'Avila sulle montagne di Arabida, in Portogallo, dove
si unì a Padre Martino da Santa Maria che conduceva una vita eremitica in
perfetta solitudine. Ben presto altri frati si associarono a lui e numerose
piccole comunità furono stabilite. Pietro fu scelto come guardiano e maestro dei
novizi al convento di Pallais. Al suo ritorno in Spagna intraprese un viaggio a
piedi nudi fino a Roma ed ottenne il permesso da papa Giulio III di avviare la
fondazione di alcuni poveri conventi in Spagna sotto la giurisdizione del
Generale dei Conventuali. La riforma si diffuse con rapidità nelle altre
province di Spagna e Portogallo.
Papa Leone XIII, con la bolla Felicitate quidam del 4 Ottobre 1897, riunì gli
Alcantarini ed altre famiglie francescane nell'Ordine dei Frati Minori: il ramo
femminile della riforma, le Suore francescane Alcantarine, approvate nel
1874, è tuttora fiorente.
La chiesa e il convento vengono chiamati dagli oritani "di
San Pasquale" poiché gli Alcantarini diffusero la devozione di
S. Pasquale Baylon...
San Pasquale Baylon (1540 - 1592)
Nacque il 16 Maggio
1540, nel giorno di Pentecoste, a Torre Hermosa, in Aragona. Di
umili origini, sin da piccolo venne avviato al pascolo delle
greggi. Durante il lavoro si isolava spesso per pregare. A 18
anni chiese di essere ammesso nel convento dei francescani
Alcantarini di Santa Maria di Loreto, da cui venne respinto,
forse per la giovane età. Tuttavia non si perse d'animo e fu
ammesso al noviziato il 2 Febbraio 1564. L'anno successivo,
emise la solenne professione come "fratello laico" non
sentendosi degno del sacerdozio. Nel 1576 il ministro
provinciale gli affidò il compito, estremamente pericoloso, di
portare documenti importanti a Parigi, rischiando di essere
ucciso dai Calvinisti. L'impegno venne comunque assolto in modo
proficuo. Tutta la sua vita fu caratterizzata da un profondo
amore per l'Eucaristia che gli valse il titolo di "teologo
dell'Eucaristia". Fu anche autore di un libro sulla reale
presenza di Cristo nel pane e nel vino eucaristici. Morì nel
convento di Villa Real, presso Valencia il 17 Maggio 1592,
domenica di Pentecoste. Fu canonizzato da Alessandro VIII nel
1690. Nel 1897 Leone XIII lo proclamò patrono dei Congressi
eucaristici. La memoria liturgica di San Pasquale Baylon si
festeggia il 17 Maggio.
foto S. Pasquale Baylon (statua
santuario?)
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La biblioteca
La cappella delle reliquie
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