Cento anni di cammino
Le Celebrazioni del centenario 1909 - 2009
Un dono che dura da cent'anni
Stralci dell'omelia di Mons. Michele Castoro, Vescovo di Oria, per
l'inaugurazione dell'Anno annibaliano (2 Febbraio 2009)
Sono passati cento anni da quando, guidati dal Can. Annibale Maria Di
Francia, le suore Figlie del Divino Zelo ed i Padri Rogazionisti
giunsero nella nostra diocesi insieme ad un gruppo di povere orfanelli
ed orfanelle, scampati al terremoto di Messina. Ed è per ricordare
insieme tale ricorrenza centenaria che ci siamo dati appuntamento in
questa Basilica Cattedrale, per celebrare l'Eucaristia in atto di
ringraziamento al Signore per avere donato alla Chiesa universale
l'esempio e il carisma di sant'Annibale e alla nostra Chiesa locale un
particolarissimo rapporto con lui e con la sua Opera. E siamo lieti di
avere con noi la preziosa reliquia del Cuore del Santo, segno della sua
amorevole presenza e del suo mai interrotto patrocinio. Durante questo
anno giubilare, che prevediamo ricco di manifestazioni e di eventi,
potremo attingere a piene mani all'Indulgenza Plenaria che il Santo
Padre Benedetto XVI si è degnato di concedere. Sarà per noi tutti un
anno speciale, un anno di grazia e di misericordia.
Il servo di Dio Giovanni Paolo II, nell'omelia pronunciata in
occasione della canonizzazione di Padre Annibale, nella gremita Piazza
San Pietro, commentando la frase di Gesù: "Se uno mi ama, osserverà la
mia parola" (Gv 14,23), affermò: "In queste parole vediamo delineato il
profilo spirituale di Annibale Maria Di Francia, che l'amore per il
Signore spinse a dedicare l'intera esistenza al bene spirituale del
prossimo. In questa prospettiva, egli avvertì soprattutto l'urgenza di
realizzare il comando evangelico: "Rogate ergo... Pregate dunque il
padrone della messe che mandi operai nella sua messe" (Mt 9,38). Altre
volte lo stesso Papa aveva definito Padre Annibale: "insigne apostolo
della preghiera per le vocazioni", "autentico anticipatore e zelante
maestro della moderna pastorale vocazionale", "vero padre degli orfani e
dei poveri". Padre Annibale Maria Di Francia è stato un prete vero,
esempio e modello di vita sacerdotale. Egli non si risparmiava in nulla,
soprattutto in favore degli "ultimi" che Gesù ha eletto a destinatari
privilegiati della salvezza: i piccoli, i poveri, gli orfani.
Padre Annibale, attraversando i quartieri poveri di Messina, in
particolare il Quartiere "Avignone", ebbe compassione di quelle folle di
poveri, di bambini orfani abbandonati, di giovani, ragazzi e ragazze
privi di ogni istruzione e formazione religiosa, morale e professionale,
di anziani lasciati morire senza alcuna assistenza. Il giovane Annibale
capì che doveva occuparsi, come sacerdote, anche di queste povertà.
Comprese, ancora di più, che c'era bisogno di numerose persone, uomini e
donne, che si dedicassero a questa urgente opera. Come averle?
Chiedendole con fede al Signore: "Pregate dunque il Padrone della
messe". Fu questo il suo carisma: la preghiera incessante per ottenere
"buoni operai" nella Chiesa, accompagnata dall'impegno personale nella
evangelizzazione e promozione umana dei più poveri.
E noi di Oria sappiamo quanto bene ha fatto anche qui. Dopo il
disastroso terremoto di Messina del 1908, si adoperò per trovare una
casa ai piccoli orfanelli. Li portò ad Oria, dove fondò un Istituto e vi
portò le sue Suore. Da allora si occuperà anche dei nostri piccoli
orfanelli e di tutti i poveri della nostra diocesi. Ancora oggi, i Padri
Rogazionisti a San Pasquale e le Suore Figlie del Divino Zelo a San
Benedetto e a Parietone continuano questa lodevole opera di assistenza
ai nuovi poveri che sono tra noi: i bambini senza famiglia.
Cento anni di presenza e servizio
di P. Giorgio Nalin, RCJ, Superiore Generale dei Rogazionisti
Cento anni fa, tra l'inizio e la fine di
febbraio del 1909, provenienti da Messina, città terremotata e condotti
dal santo Fondatore Annibale Maria Di Francia, tutti gli orfanelli con i
religiosi Rogazionisti e metà delle orfanelle con le Figlie del Divino
Zelo giungevano in Puglia e trovavano asilo inizialmente a Francavilla
Fontana presso le ex - Scuole Pie degli Scolopi e in una casa messa in
fitto dall'imprenditore locale Angelo Casalini. Nel successivo mese di
aprile l'altra metà delle orfane venute da Messina prendevano possesso
ad Oria dell'ex monastero di «San Benedetto» nei pressi del Castello.
Alla fine di settembre Padre Annibale entrava nel complesso alcantarino
di «San Pasquale» poco fuori della città, collocandovi gli orfanelli ed
i primi seminaristi. Cominciava così la presenza dell'Opera Rogazionista
nella città e diocesi di Oria; muoveva i primi passi la storia
centenaria dei due poli di carità e di spiritualità, una storia che non
ha fine. La presenza e la direzione illuminata di sant'Annibale che
trascorreva diversi mesi all'anno nella cittadina pugliese, per dirigere
ed orientare il lavoro di animazione spirituale e formativo dei suoi
orfanelli e dei religiosi Rogazionisti, la quasi ventennale presenza ed
azione di Padre Pantaleone Palma suo braccio destro, solerte
amministratore, direttore dei laboratori di arti e mestieri,
responsabile delle costruzioni dei siti rogazionisti in Puglia, il
molteplice lavoro manuale nei diversi settori dell'artigianato ad opera
di valenti maestri e di decine e decine di orfanelli artigianelli, hanno
conferito all'Istituto «San Pasquale» un posto di prim'ordine
nell'intero comprensorio salentino.
Sono trascorsi dieci decenni. Tanta storia
è stata scritta: dal lavoro ininterrotto di molti religiosi nei diversi
campi dell'apostolato carismatico rogazionista, dalla formazione
spirituale e culturale, all'assistenza caritativa, dalla promozione
della preghiera per le vocazioni alla collaborazione pastorale,
dall'animazione vocazionale alla formazione professionale, allo sviluppo
moderno della collaborazione e del lavoro in rete con istituzioni, laici
e famiglie. L'antico e grande orfanotrofio oggi ha ceduto il posto alle
moderne e più ridimensionate case-famiglia, agli istitutori religiosi si
sono aggregati i collaboratori laici chiamati a condividere in prima
persona la bellezza e la fatica del lavoro pedagogico e formativo con i
più disparati casi umani; la Scuola Apostolica di un tempo si è
gradualmente trasformata in piccolo seminario per il discernimento e
l'accompagnamento vocazionale degli adolescenti e giovani; il santuario
di S. Antonio è divenuto punto di riferimento spirituale e di devozione
antoniana sul territorio; l'oratorio si è trasformato nel Cedro in tour,
una apprezzata compagnia teatrale che trasmette rama gioia con la
propria arte canora e coreografica.
L'Istituto «San Pasquale» con i grandi
spazi abitativi all'interno ed all'esterno della struttura edilizia,
messi a disposizione della cittadinanza e vivacizzati dalla presenza di
giovani e di Laici Rogazionisti, rimane anche un punto di riferimento
per i poveri che come al tempo di Padre Annibale continuano a bussare
alle sue porte ed a scrivere con noi una grande storia d'amore e di
evangelica carità. Una storia che continua con la presenza dei Religiosi
Rogazionisti e la collaborazione di tanti laici, di migliaia di
benefattori sparsi in Italia e nel mondo che con il loro contributo e la
vicinanza permettono all'Istituto di tenere fede all'impegno assegnato
dal santo Fondatore: una casa di accoglienza, di calore umano, di
preghiera vocazionale, di carità per coloro che vi abitano e per coloro
che si avvicinano. Una storia che continua ancora oggi.
Noi ci siamo ancora
di P. Nicola Mogavero, RCJ, Superiore dell’Istituto Antoniano
Un elegante volumetto fotografico con brevi
didascalie, pubblicato un ventennio fa per propagai attività
dell'orfanotrofio maschile di Oria portava il titolo emblematico «Noi
esistiamo». Si trattava sicuramente di una provocazione per indurre i
curiosi lettori a guardare quei volti e ad andare oltre la semplice foto
per considerare la realtà di tante vite che trapelavano dalla fotografia
artistica. Erano i ragazzi di allora che avevano preso il posto di una
quarantina di piccoli sfollati da Messina che avevano popolato i primi
del novecento i locali di San Pasquale. Erano stati condotti da Padre
Annibale, il padre degli orfani e dei poveri, il quale aveva voluto che
la piccola carovana dei superstiti del terremoto del 1908, fosse
preceduta dall'oleografia di Sant'Antonio di Padova, il loro protettore
ed insigne benefattore. Oggi non ci sono più i ragazzi del 1909, né
quelli del 1989. Ci sono i ragazzi di oggi, di cento anni dopo
quell'arrivo e quell'inizio fortunoso. Ma sono sempre i ragazzi che come
ieri hanno bisogno di accoglienza, assistenza, calore umano,
purificazione della memoria fatta spesso di violenza e di nullità,
introduzione nel mondo del lavoro, considerazione della propria dignità
umana spesso calpestata.
Non ci sono più le decine e decine di
apostolini che provenienti dalla Puglia e dalle vicine regioni della
Calabria e Basilicata riempivano di vita e di voci le grandi strutture
abitative. Ci sono pochi seminaristi rogazionisti che con l'aiuto dei
formatori cercano di mettere a fuoco il grande dono della vocazione
religiosa e sacerdotale rogazionista.
Non ci sono più i grandi laboratori degli
artigianelli ed i tanti corsi per l'avviamento professionale. Ci sono i
giovani che nel CIFIR imparano un mestiere e tentano di trovare una
collocazione nel mondo lavorativo. Non ci sono più soltanto i ragazzi e
gli educatori religiosi. Ci sono anche le ragazze ed i collaboratori
laici riuniti in cooperativa, ci sono professionisti nel campo
socio-pedagogico, animatori e volontari. Non c'è più una sola grande
famiglia di interni: c'è una grande rete di famiglie affidatarie che
collaborano con noi nel lavoro giornaliero di assistenza dei minori,
qualificate in un intenso e sistematico iter formativo.
La storia dei cento anni è una storia
legata a questa Casa di Oria; ai tanti religiosi Rogazionisti che si
sono alternati nella direzione e nell'espletamento dei loro compiti
formativi, educativi e spirituali; ai tanti ragazzi che sono diventati
religiosi e sacerdoti rogazionisti; alle migliaia di ragazzi e giovani
che qui hanno ritrovato il diritto ad esserci, a contare, a vivere, ad
amare; a migliaia di anonimi benefattori che continuano a sostenere con
la vicinanza ed il loro obolo la nostra Casa. Oria è prima di tutta una
casa: qui si respira l'accoglienza, si odono le grida dei bambini, si
raccolgono le lacrime delle tristi storie di amore mancato, si
accompagna il lento cammino della maturazione di una vocazione
religiosa, si dà spazio ai giovani che vogliono nobilitare la propria
vita con l'acquisizione di un mestiere.
É la casa di Padre Annibale. Anche qui,
come a Messina, chiunque viene “si siede e mangia” …il pane della
Parola, il pane della carità, il pane dell'accoglienza, il pane del
sorriso.
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