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Padre Annibale e San Barsanofio
C’e’ un profondo legame tra la figura di
Barsanofio di Gaza, eremita della seconda metà del V secolo,
patrono della Città e Diocesi di Oria e Annibale Maria Di
Francia. Nel discorso tenuto presso il monastero di San
Benedetto il 4 Aprile 1909 per l’ingresso delle orfanelle e
delle suore, Padre Annibale, commosso, ricorda: «…più
volte mi mossi dalla mia lontana Messina, e qui venni per
visitare questi luoghi, per vedere di presenza quei
venerandi Padri, per venerare le sacre reliquie del vostro
illustre protettore S. Barsanofio; e fin d’allora, il grande
Solitario della Palestina divenne mio protettore, e il mio
scarso estro giovanile gli offrì il tributo di poveri ma
affettuosi versi; e non pensai, che dopo tanti anni, li
avrebbero cantati in Oria queste orfanelle messinesi».
Il
“primo incontro” tra i due santi risale al 1875, quando Annibale,
ancora giovane chierico giunse per la prima volta a Oria in
compagnia della madre, Anna Toscano, a visitare Maria Palma
Matarrelli. Cominciò a nutrire una singolare devozione verso il
patrono di Oria, fortemente attratto dagli elementi che
caratterizzano la sua identità: la solitudine, i miracoli, la
saggezza, la fama di santità.
Una
singolare e progressiva devozione verso san Barsanofio: saranno
questi gli elementi che lo indurranno un mese prima del terremoto di
Messina del 1908 a desiderare quasi profeticamente l’apertura di un
sito rogazionista nella nostra città.
Risale probabilmente al 1885 il “Sacro Novenario in onore del Glorioso S.
Barsanofio protettore della Città di Oria a devozione del Canonico Annibale M.
Di Francia da Messina”. Un libretto di appunti, in una lista di
proponimenti, in data 1890, riporta un “Voto a S. Barsanofio” ed è da
ritenere che in questo periodo ai versi il Padre vi abbia aggiunto le preghiere
con i cenni biografici, completando così il libretto sul “Grande Anziano di
Gaza”. Nel 1899 il Padre dà alle stampe l’opuscolo “Brevi preghiere a
forma di novenario ad onore del glorioso San Barsanofio Protettore di Oria”
e, nel 1914, le “Brevi preghiere a forma di novenario ad onore del glorioso
San Barsanofio Protettore di Oria”. Con strofette ed inno per canto.
L’opuscolo fu dedicato da Padre Annibale al Vescovo di Oria, Mons. Antonio Di
Tommaso
Anna
Mazza, una ragazza oritana che aveva seguito il Padre Annibale a
Messina nel Novembre del 1908 per diventare suora Figlia del Divino
Zelo, durante la novena di Natale era mesta e spesso piangeva. Ogni
giorno, dopo la Comunione, vedeva vicino a sé San Barsanofio che
quasi piangendo le protendeva le mani per difenderla. Sembrava un
avvertimento, un segno di protezione. La ragazza, infatti, fu tra le
giovani travolte dal terremoto nel Monastero dello Spirito Santo, e
tra quelle sette che, al primo sussulto sismico si strinsero attorno
all’altare del Crocifisso e si salvarono. Avevano avuto la
percezione di una mano che sosteneva il cumulo di macerie sopra il
loro capo.
Durante il trasferimento degli orfani e delle orfane in Puglia, il
20 Gennaio 1909, sul treno che da Francavilla Fontana li conduceva
ad Oria le bambine cantavano l’inno a “San Barsanofio Protettore
di Oria”.
La
mattina del 7 Ottobre 1909, quando i primi seminaristi rogazionisti
con i due Religiosi, Concetto e Carmelo Drago, giunsero da
Francavilla Fontana per dare inizio al locale seminario rogazionista
si diressero in cattedrale, dove Padre Annibale li aspettava, per
chiedere la benedizione dei Cuori di Gesù e di Maria sulla nuova
fondazione, attraverso l’intercessione di San Barsanofio. E la
fondazione, sotto quegli auspici, prese il suo corso formativo
rivelandosi un efficace vivaio di vocazioni sacerdotali e religiose.
Nell’Ottobre 1926, prima di lasciare per l’ultima volta Oria, Padre
Annibale, quasi presago della sua imminente fine, si reca in
cattedrale a venerare San Barsanofio e a raccomandargli le sue Opere
- la Casa di San Pasquale e di San Benedetto - che da un ventennio
circa avevano preso piede nella città.
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